C’era una volta… Walter Sabatini: protagonista e artefice di una grande Roma
C’era una volta… Walter Sabatini: protagonista e artefice di una grande Roma
C’era una volta una storia bellissima che sfociava in una fiaba dal sapore dolce per i nostri colori. La Roma sembrava poter lottare per qualche scudetto, senza il pragmatismo di Mourinho, ma con un DS in più rispetto ad oggi e soprattutto con tanta, tantissima fantasia.
È la fiaba di Walter Sabatini, mago del tutto o niente, un dirigente che si prendeva rischi enormi, alternando colpi geniali a scommesse spericolate. Un uomo di calcio visionario, capace di scovare talenti in ogni angolo del mondo, con l’obiettivo di costruire una squadra capace di sognare in grande.
Gli anni di Sabatini alla Roma: tra genio e follia
Quando Walter Sabatini approda a Trigoria nell’estate del 2011, la Roma è in piena rivoluzione con la nuova proprietà americana. La sua prima mossa è chiara: cambiare tutto. Inizia così un’epoca fatta di colpi incredibili e flop clamorosi, tra giovani promesse e veterani di esperienza.
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2011/2012: È l’anno della scommessa Luis Enrique, e Sabatini gli costruisce una squadra nuova. Pjanić diventa il faro del centrocampo, mentre in attacco arrivano Lamela, Osvaldo, Borini e Bojan. In difesa spazio a Kjaer e Heinze, mentre in porta sbarca Stekelenburg. Oltre a loro Josè Angel, Loic Nego, Marquinho e Gago.
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2012/2013: Con Zeman, il DS pesca dal Brasile il talento di Marquinhos e Castan, mentre sulle fasce arrivano Balzaretti, Dodò e Piris. A centrocampo prova la scommessa Tachtsidis, ma il vero investimento è su Destro. Senza dimenticare Torosidis e Bradley.
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2013/2014: Il primo anno di Rudi Garcia è un capolavoro. Sabatini porta a Roma giocatori del calibro di Benatia, Strootman, Nainggolan e Gervinho, mentre in porta arriva l’affidabile De Sanctis. Oltre a loro, giocatori di fama internazionale (o che lo diventeranno presto) come Maicon, Skorupski e Toloi, assieme ad Adem Ljajic, Michel Bastos e Jedvaj.
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2014/2015: Dopo la cessione di Benatia, il DS scopre Manolas, mentre a centrocampo prova con Paredes e Uçan. In attacco il colpo è Iturbe, che però non mantiene le aspettative. Arrivano anche Seydou Keita, Astori e Yanga-Mbiwa, con quest’ultimo decisivo nel derby. Oltre a loro, l’indimenticato Davide Astori, Cholevas, Ashley Cole, Emanuelson, Sanabria, Spolli, Victor Ibarbo e Seydou Doumbia. Di sicuro è l’anno in cui, nel bene e nel male, la Roma è più attiva nel mercato di gennaio.
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2015/2016: L’ultimo atto della sua avventura romana vede Sabatini portare a Trigoria nomi destinati a fare la storia del club. Salah, Dzeko e Rüdiger si uniscono a una Roma che cambia pelle sotto Spalletti, con gli innesti di Perotti ed El Shaarawy a gennaio. L’annata era però iniziata sotto la guida tecnica di Rudi Garcia, a cui era stato concesso anche il suo ex pupillo Lucas Digne, oltre al portiere Szczesny, Gyomber, Emerson Palmieri, Iago Falque, Zukanovic e, soprattutto, Alisson Becker (che Sky Sport aveva definito un flop per il suo elevato costo -8 milioni- in rapporto ai pochi minuti giocati).
I migliori e i peggiori acquisti di Sabatini
Top 11 (in ordine sparso) degli acquisti di Walter Sabatini
- Mehdi Benatia – Un muro difensivo per una stagione memorabile.
- Erik Lamela – Classe e dribbling, ha infiammato l’Olimpico.
- Miralem Pjanić – Il “pianista” del centrocampo giallorosso.
- Leandro Paredes – Un diamante grezzo, valorizzato poi altrove.
- Marquinhos – Venduto troppo presto, oggi tra i migliori al mondo.
- Kōstas Manōlas – Difensore arcigno e autore di gol storici.
- Radja Nainggolan – Grinta, corsa e gol pesanti.
- Edin Džeko – Inizialmente criticato, poi bomber assoluto.
- Mohamed Salah – Un anno di magia prima del volo al Liverpool.
- Alisson Becker – Da seconda scelta a miglior portiere del mondo.
- Kevin Strootman – Il “Lavatrice”, centrocampista totale prima degli infortuni.
I flop più clamorosi
- Juan Manuel Iturbe – L’acquisto più costoso della gestione Sabatini, ma mai incisivo.
- Mauro Goicoechea – Ricordato più per gli errori che per le parate.
- Dodò e Piris – Terzini mai all’altezza del compito.
- Seydou Doumbia e Victor Ibarbo – Presi a gennaio, si rivelano disastri.
- William Vainqueur e Uçan – Due scommesse mai vinte.
Il lascito di Walter Sabatini
Walter Sabatini ha lasciato un’impronta indelebile sulla Roma. Il suo mercato spettacolare, fatto di intuizioni geniali e azzardi, ha consegnato ai giallorossi alcune delle stelle più luminose della loro storia recente. Dzeko, Salah, Alisson, Nainggolan, Manolas—nomi che hanno portato la Roma a livelli altissimi, anche dopo il suo addio.
Non ha vinto trofei, ma ha costruito una squadra capace di far sognare, e questo, a volte, conta più di una Coppa in bacheca. La sua Roma è stata arte, è stata poesia, è stata il frutto di un calcio romantico e visionario. Un calcio che ha portato poi ad imprese storiche come il 3-0 della Roma contro il Barcellona, in una Champions che ancora oggi tutti ricordano con stupore.
Perché Walter Sabatini non è stato solo un DS: è stato un artista del pallone.
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About the Author: Alessandro Tassinari
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