Dal cinema al pallone: Roma “Endgame” o “Infinity War”?
Dal cinema al pallone: Roma “Endgame” o “Infinity War”?
La Roma come gli Avengers in questa sfida di fuoco contro il Napoli capolista.
Un ritorno traumatico alla realtà
Diciamolo: dopo aver visto il derby di Milano, tornare a noi è traumatico. Contro il Napoli sapevamo che non sarebbe stata una partita facile, ma almeno ci abbiamo provato (a volte poco e male, altre volte solo a tratti). Difficile capire dove inizino i meriti della Roma e dove invece subentrino i demeriti dei nostri avversari. Tuttavia, in ogni caso, come direbbe qualcuno: “Poteva andare peggio, John, molto peggio.” (cit.). Meglio appariva, francamente, difficile.
Ritmi (inizialmente) bassi, attacco impalpabile, Mazzocchi & Co. che annullano Soulé, Dovbyk (subentrato) spazzato via dai centrali partenopei. La manovra è lenta e spesso inconcludente, giochiamo all’arrembaggio sperando nel colpo di coda che sembra non voler arrivare mai. Ma che patema, che sofferenza! La Roma non è squadra per cuori fragili, non lo è mai stata e mai lo sarà.
Alla fine, lo zampino lo mette Angelino, uno di quelli che ci mette sempre il cuore, servito da un Saelemaekers entrato come un jolly per piazzare la giocata che fa tornare l’Olimpico a cantare. E che voce, “Grazie Roma” per questi tifosi!
Spinazzola, Zalewski e il multiverso giallorosso
E dall’altra parte? Un altro gol dell’ex: scavetto ipnotico e meraviglioso di Spinazzola nel giorno in cui Zalewski riemerge dal torpore recente, improvvisandosi addirittura assistman per il gol del pareggio nella sfida tra Milan e Inter. In quale ramo del multiverso ci siamo risvegliati noi romanisti in questo febbraio?
Turnover necessario, ma il punto è guadagnato?
Un turnover pericoloso, ma che vuoi farci? Non potranno giocare sempre gli stessi in ogni partita: gli impegni sono tanti (Coppa Italia imminente, così come i play-off europei) e qualche rischio è talvolta obbligato.
Si può discutere su quanto la partita di oggi fosse considerata già persa (o meno), ma questo è un altro discorso che non ci compete in questa sede. Contro il Napoli di Conte capolista, è un punto guadagnato o un altro risultato a metà? Credo, senza dubbio, nella prima opzione. L’amarezza (se di questo si vuol impropriamente parlare) nasce semplicemente dal fatto che, morale a parte, un punto non muove (per ora) granché la nostra classifica.
I giocatori che lasciano Roma e trovano gloria altrove
Intanto, sorridiamo (amara ironia) pensando che i giocatori che lasciano Roma trovano spesso gloria altrove. Non parliamo ovviamente dei vari Alisson, Salah & Co., che vincono Premier, Champions e quant’altro, ma di chi magari non ci aspettavamo.
Pensiamo a Juan Jesus (ex campione d’Italia col Napoli), a Mario Rui (con ugual destino), allo stesso Spinazzola, a Lukaku (giustamente), al già citato Zalewski, a Mkhitaryan “rinato”, all’ex Inter Dzeko e a tutti quelli che da noi sembravano avere le pile scariche. E invece no.
Motivazioni tattiche o psicologiche?
Allora ti chiedi: dove finiscono le motivazioni tattiche e dove iniziano quelle psicologiche? Sono queste che muovono le prestazioni in campo e fuori, tra partite sottotono e, talvolta, dichiarazioni fuori dalle righe. Alla Juric? Perché no, gli svarioni sono un male anche dei manager, non solo dei giocatori.
Un campionato senza senso?
Trovare un senso a questo campionato è ancora molto complicato, malgrado una partita riacciuffata sul finale grazie a un bel gol di una delle nostre poche certezze tattiche.
Siamo lontani da tutto, persi nel nulla di un torneo che non si capisce se abbia ancora davvero qualcosa da dare. Certo, arrendersi è vietato, specie con il cuore di Ranieri, che ci mette l’anima in ogni giornata. Allora cerchiamo di onorare ogni minuto rimasto, ogni saluto ai tifosi, ogni Coppa (Italia ed europea). Perché i tifosi, almeno loro, questo si meritano. Nulla di meno.
Serve ritrovarsi con continuità: la Roma deve rimettere insieme gli Avengers
Per tornare in alto (o almeno un po’ meno in basso) serve ritrovare se stessi e avere una mappa chiara anche per il futuro. Da dove ripartire?
Fra meno di due settimane uscirà nelle sale il nuovo capitolo di Capitan America, in cui Harrison Ford propone al nuovo Cap di rimettere insieme gli Avengers. E forse anche la Roma dovrebbe partire da questo film Marvel, con la regia americana (sin qui scadente) che, guarda caso, nemmeno ci manca e con un Capitan(o) che dovrebbe essere chiamato a rapporto per rimettere insieme un club che sembra essersi perso nel multiverso della follia.
Per la Roma è forse un Endgame, un’ultima chiamata? O siamo ancora a Infinity War, il capitolo che precede l’epilogo stagionale? Il tempo sarà la gemma del destino che deciderà la nostra sorte.
Intanto, non ci resta che seguire Sir Nick Fury Ranieri verso la ricostruzione di una squadra ancora in cerca di solidità e continuità. Per vincere (e convincere) anche fuori dalle mura amiche dell’Olimpico.
Daje Roma, daje!
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About the Author: Alessandro Tassinari
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