Alla scoperta di Via Dandolo: il Palazzo del Consorzio Solidarietà Sociale Forlì-Cesena

Alla scoperta di Via Dandolo: il Palazzo del Consorzio Solidarietà Sociale Forlì-Cesena

di 16 Maggio 2025

Tracce di storia tra sobrietà architettonica e vocazione collettiva

Passeggiando per le vie dei nostri centri storici, spesso incontriamo edifici che sembrano “semplici”, silenziosi testimoni del tempo. Ma dietro quelle facciate lineari, quelle finestre ordinate e quei portoni ad arco, si cela un mondo di storie, di stili e di funzioni mutate nel corso dei secoli. È questo il caso dell’edificio che oggi ospita il Consorzio Solidarietà Sociale: una struttura che, pur priva di apparati decorativi vistosi, racchiude in sé molte tracce di un passato affascinante.

In questo articolo proveremo a ricostruirne l’origine e l’evoluzione, sulla base delle sue caratteristiche architettoniche e costruttive. Non si tratta di certezze assolute, ma di ipotesi ragionate, fondate su confronti tipologici, elementi stilistici e dati storici generali. Gli indizi ci guidano verso un’epoca compresa tra la fine del Settecento e i primi decenni dell’Ottocento, in un contesto architettonico pre-unitario comune a molte realtà del Nord Italia, soprattutto in ambito emiliano-lombardo.

Naturalmente, molto resta ancora da approfondire. Una futura ricerca archivistica o archeologica potrà confermare o rivedere queste ipotesi, arricchendo ulteriormente la lettura di questo edificio. Intanto, esploriamo insieme le sue forme, i suoi materiali e i possibili significati che – pietra dopo pietra – raccontano una piccola ma preziosa storia locale.


🏛 Epoca probabile: tardo Settecento – prima metà Ottocento (ca. 1780–1840) 

In questo caso, l’edificio rientra in una tipologia architettonica pre-unitaria, molto comune nei contesti cittadini e rurali dell’Italia settentrionale, soprattutto in zone lombarde, emiliane o piemontesi.  

🧱 Caratteristiche coerenti con la supposta datazione 

️ Tipologia costruttiva 

  • Edilizia civile semplice, forse nato come progetto di casa borghese su modello di edificio conventuale, poi riadattata.  
  • Muratura portante in mattoni intonacati, tipica dell’epoca pre-industriale.  
  • L’assenza di decorazioni è coerente con l’architettura neoclassica minore o tardo-settecentesca, che prediligeva sobrietà, simmetria, funzionalità.  

️ Finestre e persiane 

  • Finestre verticali strette e alte, regolari, tipiche del razionalismo neoclassico.  
  • Persiane a battente in legno, da sempre elemento tipico nelle zone padane.  
  • Assenza di timpani, cornici e modanature, coerente con edifici utilitari o religiosi adattati all’uso civile.  

️ Ingressi ad arco ribassato 

  • Gli archi a tutto sesto o ribassati erano frequenti nei palazzi e conventi della fine del ‘700 e prima metà ‘800.  
  • Potrebbero indicare un’origine più importante o collettiva (solitamente legata ad ex monasteri, sedi comunitarie o simile).  

📍 Ipotesi sulla funzione originaria 

Vista la struttura:  

  • È plausibile che l’edificio potesse essere stato pensato per diventare successivamente un convento, casa canonica o edificio a uso collettivo poi riadattato (abitazioni, sede sociale, ente pubblico), come testimoniato dai fatti.  
  • La sua attuale funzione sociale (Consorzio di Solidarietà Sociale) continua questa vocazione comunitaria.  

🏷 Possibili stili di riferimento 

Pur essendo sobrio e senza ornamenti evidenti, l’edificio si inserisce in una corrente architettonica neoclassica funzionale:  

  • Tardo neoclassicismo italiano rurale, in cui gli edifici (soprattutto pubblici o religiosi minori) venivano costruiti senza eccessive decorazioni, ma con proporzioni equilibrate.  
  • Nessuna traccia di barocco o liberty, segno che non ha subito rimaneggiamenti stilistici evidenti.  

🎯 Qualche Conclusione  

Questo edificio è con ogni probabilità di epoca pre-unitaria, costruito certamente prima del 1860, verosimilmente tra il 1780 e i primi anni del 1800, in stile neoclassico semplice e con finalità collettive o residenziali sobrie. La sua struttura ordinata e funzionale, priva di decori, si inserisce bene nel contesto urbano dell’Italia settentrionale.  

© RIPRODUZIONE RISERVATA

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About the Author: Alessandro Tassinari

Alessandro nasce a Forlì il 21 settembre del 1998. Ha partecipato a diversi Concorsi Letterari ottenendo più di ottanta premi e riconoscimenti (tra primi posti e menzioni di merito); suoi componimenti sono presenti in diverse antologie e siti d’impronta culturale. Nel 2015 partecipa ad una mostra forlivese, dedicata alla creatività adolescenziale. Partecipa come comparsa alla docu-fiction “Morgagni oggi; sua maestà anatomica” (di Cristiano Barbarossa). Realizza le illustrazioni per il fantasy “L’ombra di Lyamnay” (Annarita Faggioni), per poi firmare le introduzioni alla raccolta poetica “Respiro di vita” (Melissa Storchi) e a “Dieci Dodici” (Umberto Pasqui). Nel 2016 riceve il premio “Naim Araidi” per la poesia giovane. L’anno seguente partecipa come giurato al concorso “Aspettando il Natale”. Vince una borsa di studio per merito presso l’Università di Bologna ed un’altra istituita dal Comune di Cervia in memoria di Gino Pilandri, storico sindaco della città romagnola. Presso l’Università di Bologna consegue in tutto tre lauree: in Lettere, Italianistica e Geografia.

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