Addio ad Antonello Fassari, il cuore burbero de I Cesaroni

Addio ad Antonello Fassari, il cuore burbero de I Cesaroni

di 5 Aprile 2025

Cesare non era solo un personaggio, ma una parte di noi


Il volto familiare della Garbatella

È morto Antonello Fassari, indimenticabile interprete di Cesare Cesaroni, a 72 anni. Il suo personaggio – burbero ma buono, schietto ma affettuoso – è stato per anni il simbolo di una Roma verace e autentica. Con lui, la Garbatella non era solo un quartiere, ma un mondo familiare e affettuoso per milioni di italiani.


Una serie diventata casa

I Cesaroni, la serie tv andata in onda dal 2006 al 2014, ha rappresentato un fenomeno generazionale. Fassari, insieme a Claudio Amendola e Max Tortora, formava il trio indissolubile di fratelli che ha fatto ridere, commuovere e riflettere l’Italia intera. Cesare non era solo un oste, ma un fratello, un amico, un padre, una figura tanto ruvida quanto umana, che ha insegnato l’importanza della famiglia e dell’appartenenza.


“Sarai per sempre mio fratello”

La notizia della sua scomparsa ha subito fatto il giro del web, portando con sé cordoglio e nostalgia. Tra i primi a ricordarlo, proprio Claudio Amendola, che sui social ha scritto:

«Sarai per sempre mio fratello»

Un messaggio semplice, ma carico di significato: perché per chi ha vissuto con loro le sei stagioni della fiction, Cesare e Giulio non erano solo personaggi, ma persone vere, legate da un affetto palpabile.


Un ritorno atteso e interrotto

Proprio nel febbraio 2025, erano iniziate le riprese della settima stagione de I Cesaroni, attesissima dai fan dopo oltre un decennio di attesa. Il ritorno di Fassari sul set poteva rappresentare un segno di continuità e una promessa di emozioni nuove, nel solco di quelle passate. La sua scomparsa, improvvisa, lascia un vuoto profondo, non solo tra i colleghi, ma nel cuore di chi con Cesare ci è cresciuto.


La forza dietro il personaggio

Romano, classe 1952, Antonello Fassari si era diplomato nel 1975 all’Accademia d’Arte Drammatica Silvio d’Amico, iniziando una carriera ricca e trasversale tra cinema, teatro e televisione. Dagli esordi in radio a programmi cult come Avanzi su Rai 3, fino a ruoli nei grandi film italiani come Romanzo Criminale e Suburra, Fassari ha sempre unito ironia, profondità e intensità.


“Riconosciamoci sempre come persone”

In una recente intervista a “La volta buona”, aveva raccontato il senso più profondo del suo lavoro teatrale Farà giorno, ma anche il valore del riconoscersi come esseri umani al di là dei ruoli e delle maschere.

«Riconosciamoci sempre come persone» aveva detto. Una frase che oggi suona come un testamento morale di rara semplicità e bellezza.


Il cuore giallorosso di Cesare

Oltre al talento e alla romanità che trasudava da ogni battuta, Antonello Fassari era anche un tifoso appassionato della Roma. Il suo amore per i colori giallorossi era sincero, viscerale, identitario. Non era raro sentirlo parlare della sua squadra del cuore con quella passione genuina che solo un vero romanista conosce: quella fatta di fedeltà, sofferenze condivise, gioie rare ma indimenticabili. Come il personaggio di Cesare, anche Antonello viveva il tifo in modo autentico, legato a un’idea romantica del calcio, dove la squadra è famiglia e la Roma non si discute, si ama. Un amore che ora, più che mai, suonerà forte tra le curve dell’Olimpico ogni volta che riecheggeranno i cori.


Un’assenza che sa di casa vuota

Con Antonello Fassari se ne va un attore completo, ma anche una presenza rassicurante, di quelle che ti fanno sentire “a casa” anche solo accendendo la TV. Se è vero che certi personaggi diventano parte della nostra famiglia, allora Cesare Cesaroni lo è stato per davvero.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

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About the Author: Alessandro Tassinari

Alessandro nasce a Forlì il 21 settembre del 1998. Ha partecipato a diversi Concorsi Letterari ottenendo più di ottanta premi e riconoscimenti (tra primi posti e menzioni di merito); suoi componimenti sono presenti in diverse antologie e siti d’impronta culturale. Nel 2015 partecipa ad una mostra forlivese, dedicata alla creatività adolescenziale. Partecipa come comparsa alla docu-fiction “Morgagni oggi; sua maestà anatomica” (di Cristiano Barbarossa). Realizza le illustrazioni per il fantasy “L’ombra di Lyamnay” (Annarita Faggioni), per poi firmare le introduzioni alla raccolta poetica “Respiro di vita” (Melissa Storchi) e a “Dieci Dodici” (Umberto Pasqui). Nel 2016 riceve il premio “Naim Araidi” per la poesia giovane. L’anno seguente partecipa come giurato al concorso “Aspettando il Natale”. Vince una borsa di studio per merito presso l’Università di Bologna ed un’altra istituita dal Comune di Cervia in memoria di Gino Pilandri, storico sindaco della città romagnola. Presso l’Università di Bologna consegue in tutto tre lauree: in Lettere, Italianistica e Geografia.

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